imprese
designer
BIBLIOTECA
Alessio Cardelli
In effetti sono piccole, quotidiane e intangibili, ma le email, quanto consumano? Che impatto hanno sull'ambiente? La verità è che è molto di più di quello pensi.
Nel mondo digitale di oggi, le email sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Inviamo e riceviamo centinaia di messaggi ogni settimana senza pensare troppo alle implicazioni ambientali. Tuttavia, ogni email inviata ha un costo energetico e un impatto sul nostro pianeta, seppur piccolo. Ma quanto esattamente consuma di CO2 una singola email?
Per capire il consumo di CO2 di un’email, è importante considerare i processi coinvolti nel suo invio e ricezione: ogni email richiede l’uso di energia per essere creata, trasmessa, memorizzata nei server e letta dal destinatario.
Questi processi utilizzano infrastrutture informatiche complesse, tra cui data center, reti di telecomunicazioni e dispositivi personali come computer e smartphone.
I data center, in particolare, sono grandi consumatori di energia elettrica. Sono strutture che ospitano i server necessari per gestire il traffico di email e altri dati digitali.
Molti di questi data center funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e necessitano di sistemi di raffreddamento per evitare il surriscaldamento, aumentando ulteriormente il consumo energetico.
Secondo uno studio del 2010 condotto da Mike Berners-Lee, autore del libro How Bad Are Bananas? The Carbon Footprint of Everything, l’invio di un’email con pochi destinatari (ad esempio, una singola persona) produce circa 4 grammi di CO2.
Questo numero può sembrare insignificante, ma consideriamo quante email vengono inviate ogni giorno. Si stima che nel 2022, siano state inviate e ricevute oltre 300 miliardi di email ogni giorno nel mondo.
Se tutte queste email fossero messaggi semplici, l’impatto complessivo potrebbe ammontare a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 ogni giorno.
Questo è l’equivalente di circa 3 milioni di barili di petrolio bruciati ogni giorno solo per supportare le comunicazioni via email.
Inoltre, l’impatto ambientale di un’email aumenta significativamente quando si allegano file, immagini o video. Un’email con un allegato di 1 MB può produrre fino a 19 grammi di CO2, quasi cinque volte di più rispetto a un messaggio semplice. Più è grande l’allegato, maggiore è l’energia necessaria per la sua trasmissione e memorizzazione.
Anche se l’impatto di una singola email può sembrare trascurabile, a livello globale può avere un impatto significativo.
Esistono diverse strategie per ridurre il proprio “carbon footprint” digitale:
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Alessio Cardelli
In effetti sono piccole, quotidiane e intangibili, ma le email, quanto consumano? Che impatto hanno sull'ambiente? La verità è che è molto di più di quello pensi.
Nel mondo digitale di oggi, le email sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Inviamo e riceviamo centinaia di messaggi ogni settimana senza pensare troppo alle implicazioni ambientali. Tuttavia, ogni email inviata ha un costo energetico e un impatto sul nostro pianeta, seppur piccolo. Ma quanto esattamente consuma di CO2 una singola email?
Per capire il consumo di CO2 di un’email, è importante considerare i processi coinvolti nel suo invio e ricezione: ogni email richiede l’uso di energia per essere creata, trasmessa, memorizzata nei server e letta dal destinatario.
Questi processi utilizzano infrastrutture informatiche complesse, tra cui data center, reti di telecomunicazioni e dispositivi personali come computer e smartphone.
I data center, in particolare, sono grandi consumatori di energia elettrica. Sono strutture che ospitano i server necessari per gestire il traffico di email e altri dati digitali.
Molti di questi data center funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e necessitano di sistemi di raffreddamento per evitare il surriscaldamento, aumentando ulteriormente il consumo energetico.
Secondo uno studio del 2010 condotto da Mike Berners-Lee, autore del libro How Bad Are Bananas? The Carbon Footprint of Everything, l’invio di un’email con pochi destinatari (ad esempio, una singola persona) produce circa 4 grammi di CO2.
Questo numero può sembrare insignificante, ma consideriamo quante email vengono inviate ogni giorno. Si stima che nel 2022, siano state inviate e ricevute oltre 300 miliardi di email ogni giorno nel mondo.
Se tutte queste email fossero messaggi semplici, l’impatto complessivo potrebbe ammontare a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 ogni giorno.
Questo è l’equivalente di circa 3 milioni di barili di petrolio bruciati ogni giorno solo per supportare le comunicazioni via email.
Inoltre, l’impatto ambientale di un’email aumenta significativamente quando si allegano file, immagini o video. Un’email con un allegato di 1 MB può produrre fino a 19 grammi di CO2, quasi cinque volte di più rispetto a un messaggio semplice. Più è grande l’allegato, maggiore è l’energia necessaria per la sua trasmissione e memorizzazione.
Anche se l’impatto di una singola email può sembrare trascurabile, a livello globale può avere un impatto significativo.
Esistono diverse strategie per ridurre il proprio “carbon footprint” digitale:
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In effetti sono piccole, quotidiane e intangibili, ma le email, quanto consumano? Che impatto hanno sull'ambiente? La verità è che è molto di più di quello pensi.
Nel mondo digitale di oggi, le email sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Inviamo e riceviamo centinaia di messaggi ogni settimana senza pensare troppo alle implicazioni ambientali. Tuttavia, ogni email inviata ha un costo energetico e un impatto sul nostro pianeta, seppur piccolo. Ma quanto esattamente consuma di CO2 una singola email?
Per capire il consumo di CO2 di un’email, è importante considerare i processi coinvolti nel suo invio e ricezione: ogni email richiede l’uso di energia per essere creata, trasmessa, memorizzata nei server e letta dal destinatario.
Questi processi utilizzano infrastrutture informatiche complesse, tra cui data center, reti di telecomunicazioni e dispositivi personali come computer e smartphone.
I data center, in particolare, sono grandi consumatori di energia elettrica. Sono strutture che ospitano i server necessari per gestire il traffico di email e altri dati digitali.
Molti di questi data center funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e necessitano di sistemi di raffreddamento per evitare il surriscaldamento, aumentando ulteriormente il consumo energetico.
Secondo uno studio del 2010 condotto da Mike Berners-Lee, autore del libro How Bad Are Bananas? The Carbon Footprint of Everything, l’invio di un’email con pochi destinatari (ad esempio, una singola persona) produce circa 4 grammi di CO2.
Questo numero può sembrare insignificante, ma consideriamo quante email vengono inviate ogni giorno. Si stima che nel 2022, siano state inviate e ricevute oltre 300 miliardi di email ogni giorno nel mondo.
Se tutte queste email fossero messaggi semplici, l’impatto complessivo potrebbe ammontare a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 ogni giorno.
Questo è l’equivalente di circa 3 milioni di barili di petrolio bruciati ogni giorno solo per supportare le comunicazioni via email.
Inoltre, l’impatto ambientale di un’email aumenta significativamente quando si allegano file, immagini o video. Un’email con un allegato di 1 MB può produrre fino a 19 grammi di CO2, quasi cinque volte di più rispetto a un messaggio semplice. Più è grande l’allegato, maggiore è l’energia necessaria per la sua trasmissione e memorizzazione.
Anche se l’impatto di una singola email può sembrare trascurabile, a livello globale può avere un impatto significativo.
Esistono diverse strategie per ridurre il proprio “carbon footprint” digitale:
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In effetti sono piccole, quotidiane e intangibili, ma le email, quanto consumano? Che impatto hanno sull'ambiente? La verità è che è molto di più di quello pensi.
Nel mondo digitale di oggi, le email sono parte integrante della nostra vita quotidiana. Inviamo e riceviamo centinaia di messaggi ogni settimana senza pensare troppo alle implicazioni ambientali. Tuttavia, ogni email inviata ha un costo energetico e un impatto sul nostro pianeta, seppur piccolo. Ma quanto esattamente consuma di CO2 una singola email?
Per capire il consumo di CO2 di un’email, è importante considerare i processi coinvolti nel suo invio e ricezione: ogni email richiede l’uso di energia per essere creata, trasmessa, memorizzata nei server e letta dal destinatario.
Questi processi utilizzano infrastrutture informatiche complesse, tra cui data center, reti di telecomunicazioni e dispositivi personali come computer e smartphone.
I data center, in particolare, sono grandi consumatori di energia elettrica. Sono strutture che ospitano i server necessari per gestire il traffico di email e altri dati digitali.
Molti di questi data center funzionano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e necessitano di sistemi di raffreddamento per evitare il surriscaldamento, aumentando ulteriormente il consumo energetico.
Secondo uno studio del 2010 condotto da Mike Berners-Lee, autore del libro How Bad Are Bananas? The Carbon Footprint of Everything, l’invio di un’email con pochi destinatari (ad esempio, una singola persona) produce circa 4 grammi di CO2.
Questo numero può sembrare insignificante, ma consideriamo quante email vengono inviate ogni giorno. Si stima che nel 2022, siano state inviate e ricevute oltre 300 miliardi di email ogni giorno nel mondo.
Se tutte queste email fossero messaggi semplici, l’impatto complessivo potrebbe ammontare a circa 1,2 milioni di tonnellate di CO2 ogni giorno.
Questo è l’equivalente di circa 3 milioni di barili di petrolio bruciati ogni giorno solo per supportare le comunicazioni via email.
Inoltre, l’impatto ambientale di un’email aumenta significativamente quando si allegano file, immagini o video. Un’email con un allegato di 1 MB può produrre fino a 19 grammi di CO2, quasi cinque volte di più rispetto a un messaggio semplice. Più è grande l’allegato, maggiore è l’energia necessaria per la sua trasmissione e memorizzazione.
Anche se l’impatto di una singola email può sembrare trascurabile, a livello globale può avere un impatto significativo.
Esistono diverse strategie per ridurre il proprio “carbon footprint” digitale: